VIII Convegno dell' Associazione Italiana di Telerilevamento, Palermo (Italy)
"Tecniche di rilievo con sistemi UAV utili per la modellizzazione di scenari di impatto di onde estreme lungo le aree costiere della Sicilia SE"
G.Scicchitano et al., 2016
Abstract
L’impatto di onde estreme ha da sempre rappresentato per i popolamenti costieri un importante fattore di rischio, ancor più nell’ultimo secolo, durante il quale gli insediamenti sono intensamente cresciuti accompagnandosi spesso anche ad infrastrutture industriali. I tragici eventi avvenuti in Giappone nel 2011 hanno insegnato come l’analisi della vulnerabilità di un territorio esposto al rischio di onde estreme, risulta uno strumento imprescindibile per lo sviluppo delle comunità costiere. La Sicilia sud orientale è una delle aree sismicamente più attive del Mediterraneo centrale, caratterizzata da un alto livello di sismicità crostale che ha prodotto, sin da epoca storica, terremoti con intensità fino a XII MCS (Boschi et al., 1995), molti dei quali hanno generato forti tsunami, come nel caso di quelli avvenuti nel 1169, 1693 e 1908 (Tinti et al., 2004). I resti di questi passati tsunami si possono ancora rinvenire lungo le coste della Sicilia orientale dove, tra le città di Augusta e Siracusa, si ritrovano grossi blocchi rocciosi isolati e depositi organizzati di massi, il cui trasporto è stato attribuito, attraverso analisi idrodinamiche unite con analisi 14C degli organismi incrostanti, a vari eventi di tsunami conosciuti per l’area della Sicilia orientale (Scicchitano et al., 2007, 2010). L’analisi di questi particolari depositi ha permesso di elaborare un modello idrodinamico per descrivere il trasporto dei massi da parte delle onde estreme (Pignatelli et al., 2009), che ha dato ottimi risultati sulla ricostruzione degli eventi di tsunami (Scicchitano et al.,2012). Al fine di implementare il modello anche per le mareggiate estreme, sin dal 2015 si è avviato un monitoraggio dei depositi di blocchi siti lungo le aree costiere della Sicilia sud orientale con sistemi UAV (Fig.1) che, effettuando un rilievo fotogrammetrico di altissima precisione con praticità molto maggiore dei sistemi tradizionali, hanno consentito un monitoraggio altamente dettagliato di tutte le variazioni che le mareggiate hanno operato sull’assetto dei blocchi e dei depositi. Le numerose ricostruzioni eseguite hanno supportato l’implementazione del modello anche per l’analisi delle forti mareggiate che, per quanto meno violente degli tsunami, possono rappresentare un importante fattore di rischio per le aree costiere.